Favorire le relazioni tra i membri, aumentare l’engagement e la brand reputation, ed acquisire importanti feedback per migliorare.
La fase di test sul mercato di un nuovo prodotto o servizio è indispensabile per capire se continuare nell’investimento, e se quindi il progetto embrionale può essere sviluppato proseguendo con le attività per metterlo a terra ed ampliarlo. Spesso vengono dunque raccolti dei dati durante la fase di esperienza dei clienti per comprenderne i reali bisogni e comportamenti; uno dei modi per testare è, infatti, quello di “ascoltare” il target di riferimento generando una community specifica.
Creare quindi un ambiente virtuale favorevole allo scambio di opinioni e alla libera interazione dei propri membri, ma anche del “mondo esterno” in target rispetto agli obiettivi, è la sfida del Community Manager, ne parliamo con Vittoria Citarelli, Copywriter e Content editor di Mama Industry.
In particolare ti sei trovata a gestire una comunità di consulenti “differenti” e adatti ad affiancare il piccolo imprenditore nel cambiamento. Parlaci della Community “Consulente Paziente”, da dove nasce questo progetto?
La storia di Consulente Paziente ha inizio nel 2017, con un portale incentrato sull’innovazione e digitalizzazione delle mPMI che dava la possibilità agli imprenditori di incontrare consulenti d’impresa. Si chiamava Noleggia 1 Manager, la consulenza avveniva tramite la piattaforma a costo di chiamata o a pacchetto di chiamate.
Da questa esperienza, e da svariati anni di attività consulenziale di Mama Industry, ci si è accorti che “innovazione”, “digitalizzazione” e/o tecnicismi vari erano solo la punta dell’iceberg del gap del piccolo imprenditore italiano medio. Il test del primo portale ha infatti messo in luce la reale problematica del nostro target di riferimento: non tanto legata alla domanda di innovazione e cambiamento, quanto alla necessità di un’offerta di professionalità adeguata e di una consulenza capace di comprendere il suo interlocutore.
Persone su cui le mPMI possono davvero affidarsi, differenti rispetto ai consulenti “classici”, fornitori di trend del mercato che fanno pensare “Tutti lo fanno e allora devi farlo anche tu!”, spesso senza reale necessità…
Non so se siamo stati “fortunati” per il contestuale ritorno all’“Umanesimo” che già si affacciava nel mercato del lavoro, ovvero quella tendenza a mettere al centro le persone e a ridare un’anima alla scienza e alla tecnologia, fatto sta che abbiamo incontrato il sostegno di tantissime persone che, dal lancio e “apertura” della Community, si sono “candidati” per farne parte sostenendo la mission di “Consulente Paziente”. Si tratta di un’offerta di consulenza per le mPMI per accompagnarle a compiere il primo passo verso l’innovazione, basata su un approccio empatico e consapevole che sposta il focus dagli aspetti tecnici a quelli umani.
È un progetto di R&S complesso e sfidante, validato da partners come le Università di Verona e Bologna, per la profilazione del consulente “ideale” da cui partire per la selezione di professionisti; e il Gran Sasso Science Institute, per gli aspetti più tecnici dell’AI che muove la piattaforma chiamata Il Raccomandato, il cui fine è mettere in contatto l’offerta da noi creata di consulenti “differenti”, con la domanda del piccolo imprenditore che necessita di supporto per innovare la propria attività.
Una sorta di Tinder della consulenza basata sull’affinità tra persone. Perchè per lavorare bene insieme ed ottenere risultati, si deve andare d’accordo!
Perchè è così importante l’incontro tra consulenza e mPMI, e perchè CP rappresenta una novità?
Il piccolo imprenditore di oggi ha bisogno di professionalità a cui affidarsi, persone capaci di guidarlo verso una crescita captando le sue reali necessità di cambiamento che spesso sono differenti rispetto a quelle indicate dai consulenti classici.
Sfiduciato e demotivato davanti a paroloni tecnici e ingenti costi della consulenza tradizionale, non ha nella realtà punti di riferimento adatti a cui rivolgersi che siano in linea sia con le sue possibilità, o con le esigenze della sua attività. Reticente di fronte a novità, quando ha a disposizione il know-how necessario per farle sue, o inconsapevole delle stesse nella maggioranza dei casi, è spaventato dal dover intraprendere qualsiasi passo possa rappresentare una trasformazione per la sua azienda.
L’idea è dunque quella di raccogliere un gruppo di professionisti con la capacità di traslare sulle mPMI la consulenza destinata ai grandi e democratizzarla, affinché sia di facile accesso, sia per costi economici che emotivi, anche ai micro-piccoli imprenditori.
Sul mercato non esiste nulla di simile, quindi sì, è una bella novità!
Essendoti occupata nei primi tempi della selezione dei CP, puoi fare un identikit del Consulente Paziente ideale?
Dopo una prima disamina delle competenze più “tecniche” e delle esperienze del candidato, viene data molta importanza sia alle competenze trasversali quali l’orientamento alle relazioni, capacità di ascolto e assertività, sia a tratti di personalità come empatia, apertura mentale e responsabilità.
Personalmente, un’altra componente a cui ho dato molto peso è stata la “comprensione” immediata del progetto: essendo molto particolare, sia nel processo di “definizione in itinere” (caratteristica dei progetti di R&S), sia negli obiettivi e nell’iter per il loro raggiungimento, quando ho incontrato qualcuno a cui è bastata una prima semplice sintesi del progetto per commentarlo con entusiasmo, già come fosse suo, è stato senz’altro un punto in più, perché in qualche modo mi dimostrava che tutto l’approccio rientrava già nel suo modus operandi!
Torniamo al tuo lavoro, in che modo alimenti la community incentivandone la partecipazione?
Abbiamo più target a cui comunicare:
– da una parte i membri già selezionati, che vanno aggiornati sullo stato di avanzamento del progetto, sulle iniziative a loro dedicate, su opportunità formative o di collaborazione: a loro abbiamo riservato dei canali di comunicazione specifici come l’area riservata del sito, mailing ad hoc o il canale broadcast più immediato, più ovviamente gli incontri online cadenzati in cui c’è sempre tanto spazio per la partecipazione e il confronto;
– poi ci sono i potenziali membri: l’obiettivo è generare interesse e comunicare il valore aggiunto dell’iniziativa al fine di incoraggiarli ad entrare a far parte della community stessa. Un risultato che può essere raggiunto attraverso la messa in evidenza dei benefici che la community offre, comunicando come la partecipazione possa contribuire al successo individuale e collettivo degli imprenditori e professionisti coinvolti;
– infine il mondo degli enti terzi a cui far capire l’importanza sociale del progetto incentivandoli a fornire supporto e sostegno. Gli sforzi in tal senso mirano a mettere in evidenza gli impatti positivi che l’iniziativa può avere sulla comunità e sull’ecosistema imprenditoriale.
Analizziamo un po’ la community, quanti consulenti hanno aderito, da quali regioni e da quali settori?
Nel momento in cui mi fai questa domanda i consulenti sono circa 250 su più di 1000 candidature ricevute, con il Lazio e la Lombardia in testa come regioni di provenienza dei membri. I settori sono disparati, anche perché ciò che si richiede è proprio la trasversalità.
Altro dato importante è che, ahimè ci sono pochissime donne, poche ma buone, è vero, ma questo è un po’ triste e indice del fatto che la libera professione o il mondo dell’imprenditoria sono di difficile accesso per l’universo femminile, sicuramente, per cultura, più indirizzato su versanti “certi” del mondo del lavoro…
Quali Iniziativa legata al progetto ti ha portato ad oggi maggiori soddisfazioni?
Mi piace tutto il mondo della comunicazione web, adoro sperimentare nuove piattaforme, maneggiare contenuti testuali, audio-visivi e via dicendo, quindi lo faccio sempre con soddisfazione personale…poi se tutto ciò ha riscontri positivi sul pubblico, ovviamente mi gonfio di orgoglio come un palloncino!
Non c’è un’iniziativa specifica ma se devo trovarne una a tutti i costi, probabilmente ha a che fare proprio con il palloncino: portare avanti miei piccoli progetti o iniziative, contro il parere di tutti, e riscontrarne la calorosa accoglienza del pubblico!
Se dovessi spiegare in poche parole perché il tuo lavoro è così importante come lo racconteresti?
Poche semplice parole che valgono per tutti coloro che si occupano di web communication: in assenza di comunicazione o senza una content strategy, un’azienda sarebbe come un treno senza guida, fermo su un binario qualsiasi mentre il resto del mondo viaggia veloce verso nuove opportunità!
Bisogna correre, spostarsi, tentare. La staticità ha vita breve e mai come in questi tempi è palese la necessità di prendere il controllo del proprio destino digitale accelerando verso il futuro.