I dati confermano che le piccole imprese sono meno produttive.
Come aumentare la produttività nella tua azienda?
L’Italia ha il doppio delle imprese manifatturiere della Germania, ma ha meno occupazione. Abbiamo tante aziende, ma meno occupati. In generale il problema dell’Italia è la lenta crescita della produttività, mentre nei paesi che hanno economie avanzate la produttività è molto alta quindi aumentare la produttività è una necessità.
Tra le caratteristiche di questa alta produttività, ci sono sicuramente le innovazioni tecnologiche.
Questo legherebbe il futuro, anche delle piccole aziende, alla cosiddetta industria 4.0, che, mettendo al primo posto la tecnologia, potrebbe essere una delle sfide imprenditoriali da intraprendere per sopravvivenza e sviluppo.
Una cosa da non sottovalutare è il fatto che le grandi imprese italiane (che rappresentano la minoranza) producono come i loro competitor degli altri paesi europei, mentre le piccole imprese producono meno della concorrenza europea, anche se della stessa dimensione, perché sono stagnanti e poco innovative.
Diciamoci la verità: le nostre piccole imprese non creano occupazione, né sviluppo tecnologico; nelle piccole imprese i lavoratori producono meno, hanno uno stipendio più basso, pur lavorando di più. Le pratiche gestionali sono artigianali e inefficienti.
Questo significa che l’obiettivo della piccola impresa è diventare grande?
No, l’obiettivo deve essere raggiungere la dimensione minima.
Perché è così difficile per un’impresa italiana aumentare la produttività?
Perché le PMI non crescono e non sono produttive?
Sicuramente ci sono dei problemi oggettivi nell’aumentare la produttività che non dipendono dalla tua gestione come la burocrazia lenta, la mancanza di politiche industriali e le difficoltà ad accedere ai finanziamenti, le tasse ed altro.
Ma ci dobbiamo fare un esame di coscienza:
Perché se nella moda il Made in Italy è famoso ed apprezzato in tutto il mondo, le file più lunghe sono per entrare da Primark o HM?
Probabilmente perché non sappiamo fare impresa.
Esistono delle problematiche all’interno delle imprese che ne bloccano la crescita:
- Mentalità
Imprenditori allergici al cambiamento, continuano a pensare in piccolo, una dimensione di paese più che internazionale. - Conduzione familiare
Difficoltà ad assumere manager esterni a cui affidare la gestione; alla competenza si preferisce la fiducia di un familiare, spesso mettendo in ruoli strategici eredi non all’altezza. - Mancanza di bravi manager
Non si investe sulla competenza e sulla meritocrazia - Non si investe sull’innovazione
La cosiddetta industria 4.0 - Non si investe sulla formazione del personale
Mentre i dati confermano che le industrie che hanno avviato un’innovazione tecnologica sono quelle dirette da laureati.
Le PMI sono destinate a fallire?
No. Ma è necessario un cambiamento, in primis di mentalità imprenditoriale per aumentare la produttività che superi il concetto di piccola impresa e cominci a pensare in grande, e poi di organizzazione strutturale dell’azienda, che pur se piccola può avere successo se raggiunge la cosiddetta dimensione minima.
In altre parole, non devi essere grande nelle dimensioni strutturali ma nel modo di pensare.
Come si raggiunge la dimensione minima per aumentare la produttività?
Il successo di un’impresa non si misura in base alla sua grandezza dimensionale, l’impresa per essere produttiva e crescere deve raggiungere una dimensione minima. La grandezza semmai verrà dopo.
Il nuovo motto non deve essere più “Piccolo è bello” ma #minimoèbello
Il problema non è la dimensione in termini assoluti, ma è riuscire a trovare la dimensione minima. Cioè trovare quella dimensione che permetta ad un’impresa, anche piccola, di crescere e svilupparsi. Perché la dimensione troppo piccola non permette lo sviluppo, è il cosiddetto collo di bottiglia.
Le imprese troppo piccole, non hanno la possibilità di svilupparsi per aumentare la produttività perché gli imprenditori sono incastrati in alcuni meccanismi di tutti i giorni che non gli danno spazio per concentrarsi sull’innovazione e lo sviluppo.
Quindi, dimensione minima significa aver raggiunto una situazione in cui l’imprenditore non è più completamente operativo.
E’ una situazione in cui l’imprenditore ha un certo numero di collaboratori e di responsabili a cui poter delegare; l’imprenditore non può essere allo stesso momento il direttore commerciale, il direttore generale, il direttore della produzione, il direttore del personale ma deve poter avere uno spazio per fare l’imprenditore, cioè stare con la “testa sull’azienda”.
Il ruolo chiave dell’imprenditore
L’imprenditore è colui che deve guidare l’azienda verso qualcosa, verso una missione, raggiungendo obiettivi strategici.
Qual è il giusto numero per la dimensione minima? Non è possibile saperlo a priori, dipende dal prodotto, dal settore, dall’azienda.
Di certo dimensione minima non significa “grande” ma produttiva, cioè più libera dalle inefficienze.
Per aumentare la produttività bisogna cercare di fare propri i principi dei grandi, creare una struttura simile alla loro.
Riprodurre lo stesso modello dei grandi, anche se non gli stessi numeri e replicarlo su scala nazionale può essere una valida soluzione per aumentare la produttività delle PMI ed in generale alla ripresa del nostro paese.
Non diciamo questo da meri teorici ma è esattamente quello che abbiamo applicato in Mama Industry.
E tu sei consapevole dei limiti che non permettono alla tua azienda di crescere?
Se si, inizia adesso la tua trasformazione.
Leggi: I 6 passaggi per raggiungere la dimensione minima e far crescere l’azienda.